Non è semplice pianificare. Lo sappiamo tutti.
Pianificare prevede che ci si metta lì, si facciano bene i conti e si trovi la direzione giusta in cui andare.
Prima di tutto, pianificare prevede che si conosca per bene l’argomento trattato e che siamo in grado di avere una visione in merito rispetto al mercato di riferimento e a ciò che vogliamo, noi per primi, combinare con questa attività di pianificazione.
Pianificare è un insieme di attività e parte molto prima del sedersi a tavolino per decidere che fare.
Pianificare parte dal momento in cui definiamo i nostri desideri, dal momento in cui cerchiamo di capire il perché vogliamo fare una determinata attività.
Pianificare parte col primo passo e prevede tre passaggi fondamentali:
- Mi butto
- Sbaglio
- Ripeto
Dove sta la pianificazione in tutto questo?
Nel processo.
Vediamo i dettagli.
MI BUTTO:
non c’è un modo diverso per vedere se ciò che abbiamo in mente funziona. Devo mettermi lì e farlo. Devo espormi al giudizio e devo uscire dalla mia zona di comfort. È solo poi che scopriamo che quello che noi consideriamo come un salto nel vuoto è in realtà soltanto un gradino.
Dobbiamo superare quella fase in cui ciò che abbiamo di fronte ci sembra enorme.
È un po’ come quando usciamo dal nostro letto. Non è proprio freddo quello che proviamo, è forse più che ci manca la tranquillità che ci danno le coperte. Ci fanno sentire coccolati.
SBAGLIO:
ebbene sì. Sbagliare è, di solito, la prima sensazione che proviamo. È quella sensazione che dà un po’ di autostima alla nostra zona di comfort! È quella che un po’ la fa gongolare.
Facciamo qualcosa che nella nostra testa non volevamo, non funziona e ci troviamo immediatamente a dirci: ma perché lo hai fatto?
Bene. Tutto questo è normale. Molti si fermano qui e tornano indietro, ma se si ha il coraggio di andare nella direzione della responsabilità nei confronti delle nostre azioni si può davvero scoprire qualcosa di nuovo.
RIPETO:
sì, ma con cognizione! Ripetere funziona quando siamo in grado di fare un’analisi di ciò che è successo. In pratica dobbiamo prendere l’errore e chiederci dove e perché abbiamo sbagliato. Dopo averlo capito allora saremo in grado di dire dove possiamo migliorare.
Solo a questo punto può partire la pianificazione vera e propria.
Perché?
Perché tutto quello che abbiamo pianificato fino ad allora non era altro che una bozza! Esattamente come quello che verrà dopo! Man mano che sbaglieremo saremo in grado di affinare la nostra capacità di individuare la strada migliore.
La pianificazione, nonostante serva per mantenere la rotta e sia la nostra guida in termini di tempistiche ed obiettivi, è la cosa più effimera!
Questo è il paradosso del pianificare.
Pianificare è fondamentale per poter andare in una qualsiasi direzione, ma non dobbiamo neanche farci annebbiare da questa organizzazione.
Potremmo scoprire quanto è spiacevole fare un lungo viaggio ed aver perso tutte le meraviglie che avevamo intorno.